Lo stato dell’arte sulle culture del dissenso è caratterizzato in massima parte da studi che si riferiscono a singoli ambiti geografico-culturali, offrendo una prospettiva specifica di tali fenomeni, che sinora non sono stati considerati nella loro interconnessione. In particolare per quanto riguarda i due paesi dell’Europa occidentale qui presi in considerazione (Italia e Francia) si registrano alcune pubblicazioni di natura comparata sulle neoavanguardie – Per una critica dell’avanguardia poetica in Italia e in Francia di E. Sanguineti e J. Burgos (Bollati Boringhieri, Torino 1995), B. Sprenger, Neoavantgardistische Theorienbildung in Italien und Frankreich, Peter Lang, Bern 1992 – e una serie di saggi dedicati al legame tra cultura underground e movimenti politici di contestazione: T. Brown e L. Anton, Between the Avant-Garde and the everyday: subversive politics in Europe from 1957 to the present, University of Copenhagen, Copenhagen 2011; S. Giles e M. Oergel, Counter-cultures in Germany and Central Europe, Peter Lang, Bern 2003; P. Echuarren, C. Salaris, Controcultura in Italia 1967-1977, Bollati Boringhieri, Torino 1999; S. Jezo-Vannier, La presse parallèle: la contre-culture en France dans les années soixante-dix, Le mot ed le reste, Marseille 2011; M. Benton, French encounters with the American counterculture, 1960-1980, Ashgate, Franham 2011; P. Tonini, Vent’anni di controcultura fra America e Italia, Edizioni dell’Arengario, Guassago 2000. Sono invece di fatto assenti pubblicazioni che prendano in considerazione anche le culture del dissenso in Europa Orientale e Unione Sovietica, la cui ricezione appare di fondamentale importanza per il dibattito che caratterizza la cultura Europea in quel torno d’anni.
Il dissenso in URSS presenta una dimensione sociale, spirituale, culturale e storica assai diversa rispetto al contesto occidentale, perché in un regime totalitario, laddove la parola è perennemente sottoposta a censura, la società civile è spinta a reagire con maggior forza. Gli studi esistenti si sono pertanto concentrati sull’area russo-sovietica, con corposi progetti internazionali finanziati come il portale Project for the Study of Dissidence and Samizdat e antologie cartacee e digitali (antologia.samizdata.ru), quando non sul confronto tra il dissenso nella parte occidentale dell’area slava e la Russia sovietica, senza peraltro approfondire i rapporti tra le due aree, ambito ancora da esplorare come rilevano gli stessi curatori (cf. l’archivio digitale e l’omonimo numero monografico della rivista «Esamizdat» (2010/2011), Il Samizdat tra memoria e utopia: l’editoria clandestina in Cecoslovacchia e Unione Sovietica nella seconda metà del Novecento, a cura di S. Guagnelli, A. Catalano). I paesi della Slavia occidentale hanno vissuto il socialismo per un periodo più breve rispetto all’URSS, è quindi interessante che possa emergere un’idea di Europa anche a partire dalla conoscenza del dissenso nel comparto slavo orientale considerato nel suo complesso. Sterminata è invece la letteratura critica rivolta ad aspetti plurimi del Samizdat sovietico; tra i principali e recenti, anche di studiosi italiani, si segnalano: V. Parisi, Il lettore eccedente: edizioni periodiche del samizdat sovietico, 1956-1990, Il Mulino, Bologna 2013 M. Sabbatini, «Quel che si metteva in rima»: cultura e poesia underground a Leningrado, Collana di Europa Orientalis, Salerno 2008; «Samizdat», a cura di E. Bonacorsi, D. Di Sora e A. Lecaldano, «Progetto grafico», n. 11, 2007, pp. 6-43; E. Gresta, Il poeta è la folla. Quattro autori moscoviti: Vsevolod Nekrasov, Lev Rubinštejn, Michail Ajzenberg, Aleksej Cvetkov, CLUEB, Bologna 2007; G.H. Skilling, Samizdat and an Independent Society in Central and Eastern Europe, Palgrave Macmillan UK, Oxford 1989 e i due numeri monografici Publish & Perish: Samizdat & Underground Cultural Practices in the Soviet Bloc (I), del periodico «Poetics Today» (n. 4, 2009) e Blick zurück nach vorn. Samizdat, Internet und die Freiheit des Wortes della rivista «Osteuropa» (n. 11, 2010).
La comparazione tra i diversi tipi di dissenso culturale che caratterizzano l’area occidentale e quella orientale comporta un approfondimento specifico relativo alla qualità mediale della cultura underground, spesso veicolata attraverso canali non ufficiali e, nel contesto sovietico, solo mediante Samizdat o Magnitizdat. La questione del ‘supporto’ e del ‘medium’ di diffusione, ancora poco studiata nell’ambito delle letterature di area slava, è rilevante anche in considerazione del fatto che «le forme materiali in cui viene calato un testo sono da interpretarsi come dispositivi che governano l’inconscio della ricezione» (G. Cavallo, R. Chartier (a cura di), Storia della lettura occidentale, Laterza, Bari 20093, p. IX).