[Leningrado] Casa Achmatova

[Leningrado] Casa Achmatova

Date:
prima metà degli anni Sessanta

Luogo:
Leningrado

Frequentatori:
Iosif Brodskij, Dmitrij Bobyšev, Anatolij Najman, Evgenij Rejn, Viktor Krivulin, Sergej Dovlatov e altri.

Descrizione:
L’ultima abitazione leningradese di Anna Achmatova si trovava su ul. Lenina, al civico 34, dove, in un appartamento condiviso, la scrittrice poteva disporre di una camera adibita anche a studio. Proprio tra quelle mura presero a ritrovarsi con una certa regolarità poeti e letterati che nell’ultima rappresentante in vita del Secolo d’argento vedevano un modello unico con cui potersi confrontare. Tra i giovani habitué dell’appartamento sono da ricordare coloro che dopo la morte di Achmatova, avvenuta nel 1966, sarebbero passati alla storia come gli ‘orfani dell’Achmatova’ (Achmatovskie siroty): Dmitrij Bobyšev, Anatolij Najman, Evgenij Rejn e Iosif Brodskij. Se il più celebre tra i quattro è senza dubbio quest’ultimo, il poeta per ragioni stilistiche a lei più vicino fu probabilmente Bobyšev, ideatore in un articolo successivo anche della fortunata denominazione di ‘Achmatovskie siroty’. Ciascuno dei quattro poeti risultò però profondamente influenzato dalla personalità e dall’opera di Achmatova, esponente di spicco, negli anni Dieci, del movimento acmeista insieme al primo marito Nikolaj Gumilev, fucilato nel 1921 dai bolscevichi. Ricorda lo stesso Bobyšev: «Era l’incontro con una cultura reale. (…) Achmatova in qualche modo fu capace di farci intendere che attraverso di lei potevamo sentire la cultura mondiale nella sua concreta realtà, con il suo passato e persino con il suo futuro». Il rapporto di affetto e di stima era d’altra parte reciproco, tanto che nel 1962 la matrona della poesia russa scelse come segretario letterario personale uno dei quattro giovani, Anatolij Najman, insieme al quale realizzò diverse traduzioni (tra cui quella dei Canti di Giacomo Leopardi). Vicini ai componenti della Filologičeskaja škola, a cui erano legati da rapporti di amicizia più che da un sodalizio artistico, gli ‘orfani’ costituiscono quella che è stata definita la «linea neoacmeista» della poesia russa, un fronte dalle caratteristiche stilistiche ben definite, lontane dagli arditi sperimentalismi di altri poeti e scrittori dell’epoca quali Vladimir Ėrl’, Kostantin Kuz’minskij o Aleksandr Kondratov.

Bibliografia:
V. Dolinin, B. Ivanov, B. Ostanin (sost.li), Samizdat Leningrada. Literaturnaja ėnciklopedija, NLO, M. 2003, p. 84.
K. Kuz’minskij, …i novatory, http://kkk-bluelagoon.ru/tom2b/nov.htm (06/2018).
E. Rejn, Mne skučno bez Dovlatova, Sankt-Peterburg 1997.
M. Sabbatini, «Quel che si metteva in rima»: cultura e poesia underground a Leningrado, Europa Orientalis, Salerno 2008, pp. 57-60.

 

[Federico Iocca]
[scheda aggiornata al 23 giugno 2018]