Il Progetto di Ricerca Alle due sponde della cortina di ferro: le culture del dissenso e la definizione dell’identità europea nel secondo Novecento tra Italia, Francia e URSS (1956-1991) è finanziato attraverso il “Bando di Ateneo per il finanziamento di progetti competitivi per Ricercatori a Tempo Determinato (RTD) dell’Università di Firenze”. Dal marzo 2017 ha sede presso il Dipartimento di Lingue, Letterature e Studi Interculturali dell’Università di Firenze (dal 2018 Dipartimento FORLILPSI), con durata biennale (aprile 2019). I Responsabili scientifici del progetto sono Teresa Spignoli (Professore associato – Letteratura italiana moderna e contemporanea) e Claudia Pieralli (RTD/b – Slavistica/Letteratura Russa).
L’ambito di ricerca comprende le varie forme di cultura del dissenso che dagli anni Cinquanta in poi interessano il contesto europeo, con particolare riguardo alla comparazione tra l’Ovest e l’Est europeo, segnatamente l’area franco-italiana e quella slavo-orientale (Russia, Bielorussia e Ucraina). Questi ambiti risultano contraddistinti dalla nascita di analoghe forme di contestazione nei confronti dell’establishment culturale e politico, che si manifestano in modo antitetico, ma speculare, in rapporto all’asse che separa il blocco orientale da quello occidentale. Il progetto mira a problematizzare il concetto geoculturale di Europa a partire dalle sue diversità storiche, sociali, etnoculturali interne, specialmente interessate, con la fine della Seconda Guerra Mondiale, dall’asse divisorio Ovest/Est, più che da quello Sud/Nord, ovvero l’asse che divide l’Europa occidentale da quella orientale, compresa nella sfera di influenza del blocco sovietico. Per questo motivo si sono scelti come estremi cronologici le date fortemente simboliche e rilevanti dal punto di vista storico del 1956 (che segna l’inizio della destalinizzazione e di una riflessione in seno all’Occidente sulle criticità del comunismo) e del 1991, anno del crollo dell’URSS e dunque dell’abolizione della Cortina di ferro. Dal punto di vista geopolitico e culturale, abbiamo scelto di concentrarci sull’Italia e (in seconda battuta) sulla Francia per quanto riguarda il mondo occidentale e mediterraneo, e sull’Unione Sovietica, in particolare le odierne Russia, Ucraina, Bielorussia, ovvero l’area slava orientale dell’Europa. Gli eventi storici che segnano i paesi oggetto della ricerca (tra cui il XX congresso del PCUS e l’avvio della destalinizzazione, la ‘Rivoluzione ungherese’ del 1956, il maggio francese, il Sessantotto italiano e la primavera di Praga) sono collegati in modo organico a forme di contestazione letteraria e culturale, quali il Gruppo 63 in Italia, il gruppo Tel Quel e i nouveaux romanciers in Francia, la sperimentazione verbo-visiva in ambito internazionale (Poesia visiva, Lettrismo, Internazionale Situazionista, Concettualismo moscovita, Post-modernismo in URSS). Per quanto riguarda specificamente l’area sovietica, e in misura meno prevalente anche i paesi del blocco sovietico, si considera l’insieme della cultura espressa dal dissenso in questi decenni e veicolata clandestinamente attraverso il capillare circuito del Samizdat e, in seconda istanza, del Tamizdat. Si delinea così la formazione di una vasta area di cultura underground che nella seconda metà del Novecento coinvolge i due blocchi politici in cui era divisa l’Europa.