04 Dic CIRCOLO DI LIANOZOVO
Nell'immagine, particolare di un dipinto di Anatolij Zverev
DATE:
metà anni Cinquanta-1965
LUOGO:
Mosca
COMPONENTI:
Evgenij Kropivnickij, Genrich Sapgir, Igor’ Cholin, Jan Satunovskij, Vsevolod Nekrasov, Valentina Kropivnickaja, Oskar Rabin, Lidija Masterkova, Anatolij Zverev e altri.
INIZIATIVE EDITORIALI:
pubblicazioni di singoli componenti in «Sintaksis» n.1, 1959 (Sapgir, Cholin e Nekrasov, quest’ultimo all’epoca non ancora nel gruppo).
DESCRIZIONE:
Il circolo di Lianozovo deve il proprio nome all’omonima area collocata alle porte di Mosca (oggi inglobata nella capitale) che ospitava la baracca di Oskar Rabin e Valentina Kropivnickaja. Qui, a partire dalla seconda metà degli anni Cinquanta, presero a incontrarsi i membri del gruppo. La formazione del circolo affonda però le proprie radici nel decennio precedente, quando Genrich Sapgir fa la conoscenza di Evgenij Kropivnickij, da lì in poi non solo maestro artistico (fu pittore, poeta e musicista), ma autentico modello di molti lianozovcy per lo stile di vita ascetico e per l’attenzione offerta al lato spirituale dell’esistenza. Nel 1963 sarà estromesso dall’Unione dei Pittori con l’accusa di formalismo. L’esperienza di Lianozovo, che prende le mosse dall’avventura futurista (Burljuk, Kručenych) e dall’espressionismo tedesco (Benn, Heym, Brecht) per giungere alle soglie del concettualismo in poesia e della soc-art in pittura, riconsegna alla parola poetica la concretezza perduta nelle idealistiche raffigurazioni della realtà erette dal realismo socialista, attribuendo un notevole peso alla componente ritmica, centrale nelle esperienze poetiche non conformiste degli anni a venire. Il recupero dell’univocità della parola è l’obiettivo di questi autentici concretisti, capaci di raggiungere risultati simili a quanto avvenuto in Germania negli stessi anni, pur in assenza di legami diretti. Questi poeti ricorrono a una lingua asciutta, dimostrandosi alla ricerca della naturalezza dell’espressione e in fuga dal patetismo, senza tralasciare una certa ironia nei confronti dell’opera e dell’autore stesso. Analogamente a quanto accaduto con altri gruppi appartenenti alla ‘seconda cultura’, la creazione letteraria non viene vista come possibile mezzo di sostentamento: i vari Sapgir, Cholin e Satunovskij svolgono tutti altri impieghi, non disdegnando la composizione di letteratura per l’infanzia. Ad eccezione dello stesso Satunovskij, i poeti di Lianozovo si dimostrano non particolarmente interessati alle questioni sociali. Ciò, tuttavia, non basterà a metterli al riparo da ripercussioni di vario tipo: a Sapgir, dieci anni dopo tra gli autori dell’almanacco MetrOpol’ (1979), nel 1968 non viene rilasciata la tessera dell’Unione degli Scrittori (sezione letteratura per l’infanzia) per aver ingenuamente tentato di cooptare degli smogisti per un «lavoro con i giovani» che gli era stato commissionato. Il pittore Oskar Rabin, tra gli organizzatori nel 1974 della celeberrima Mostra dei bulldozer (Bul’dozernaja vystavka), sarà costretto ad emigrare tre anni dopo. I lianozovcy rappresentano uno dei tanti esempi, nella cultura sovietica non ufficiale, di compagnia di amici che con il tempo giunge a una feconda collaborazione artistica. I legami e il confronto tra la componente pittorica e poetica del gruppo (composta da Sapgir, Cholin, Nekrasov e Satunovskij) si rivelano fruttuosi, benché non si possa parlare di un programma o di un progetto specifici, soprattutto per quanto riguarda gli artisti, tra loro profondamente diversi per poetica e visione dell’arte. L’abitazione Rabin-Kropivnickaja si trasforma nelle domeniche in un luogo di incontro aperto a colleghi, amici e conoscenti, i quali si scambiano opinioni, recitano versi e assistono a mostre di pittura, allestite con cadenza regolare.
BIBLIOGRAFIA:
M. Caramitti, Letteratura russa contemporanea: La scrittura come resistenza, Laterza, Bari 2010, pp. 56-57.
V. Kulakov, Lianozovo. Istorija odnoj poėtičeskoj gruppy, «Voprosy literatury», n. 3, 1993, pp. 11-34.
M. Maurizio, I primi due cicli di G. Sapgir nel contesto del concretismo russo: la ricerca della parola pura tra assenza e assurdo, «eSamizdat», 2005 (III), 1, pp. 71-89, http://www.esamizdat.it/maurizio_art_eS_2005_(III)_1.pdf (05/2018).
O. Rabin, Tri žizni. Kniga vospominanij, New York 1986.
B. Vesnina, Lianozovskaja škola, http://www.ruthenia.ru/moskva/encycl/l/lian_sch.htm (05/2018).
[Federico Iocca]
[scheda aggiornata al 28 maggio 2018]