Che cos’è il realismo socialista?

Che cos’è il realismo socialista?

ANNO DI REDAZIONE:
1956

ANNO DI PRIMA PUBBLICAZIONE:
1959

RIVISTA:
«Esprit», n. 2, febbraio 1959, pp. 335-367.

LUOGO DI EDIZIONE:
Parigi

DESCRIZIONE:
Čto takoe socialističeskij realizm? (Che cos’è il realismo socialista?) è il pamphlet più famoso a firma di Abram Terc – pseudonimo dietro cui si cela Andrej Sinjavskij (1925-1997) – che contiene un’aspra critica dell’estetica di stato sovietica, ovvero il realismo socialista (socialističeskij realizm, talvolta abbreviato nella forma socrealizm).
Čto takoe socialističeskij realizm? fu pubblicato per la prima volta in lingua francese nel 1959 sulla rivista parigina «Esprit» (n. 2), con il titolo Le réalisme socialiste e senza indicare il nome dell’autore. Lo stesso anno, sulla base del testo francese, fu realizzata una traduzione in russo ad opera di E. Neledinskij pubblicata sulla rivista tamizdat «Mosty» (n. 2, 1959) con il titolo Socrealizm i “Cel’”(Il realismo socialista e lo “Scopo”) e anche in questo caso in forma anonima. Così come era avvenuto per la traduzione francese, anche la rivista tamizdat pubblicata a Monaco introdusse il pamphlet con un trafiletto in cui si spiegava che l’articolo era stato scritto da un autore sovietico che, per ovvie ragioni, aveva preferito non firmarlo. Sempre nel 1959, la traduzione in polacco a cura di Jozef Lobodowski uscì in volume sulla collana editoriale della rivista tamizdat dell’emigrazione polacca «Kultura». Nello stesso anno, il saggio esce, col titolo “Che cos’è il realismo socialista?” sulla rivista di cultura di Silone e Chiaromonte «Tempo Presente», firmato da “Anonimo sovietico”,. La traduzione italiana era firmata da un certo Venanzio Smith, probabilmente uno pseudonimo, le cui iniziali potrebbero inoculare suggestive ipotesi di decriptazione. La prima traduzione inglese fu realizzata da George Dennis e uscì con il titolo On Socialist Realism dapprima in forma anonima sul magazine «Dissent» nel 1960 e, successivamente, in volume per la casa editrice Pantheon Books di New York (1961), ma questa volta sulla copertina campeggiava il nome di Abram Terc. Tuttavia, anche in questo caso si trattava di una maschera dietro cui Sinjavskij cercò di nascondere la propria identità conscio dei pericoli che avrebbe corso firmando col suo vero nome. E infatti, di lì a qualche anno, dopo il successo e lo scalpore che l’opera aveva suscitato non soltanto in occidente, ma anche in Unione Sovietica grazie alla sua circolazione in samizdat, i guai non tardarono ad arrivare. La polizia politica (KGB) scoprì che dietro al nome di Terc si celava lo scrittore Andrej Sinjavskij che, nel 1965, fu arrestato con l’accusa di aver pubblicato all’estero le sue opere. Il processo che lo vide imputato assieme allo scrittore Julij Daniėl’ – anch’egli accusato di propaganda antisovietica per aver pubblicato in occidente le sue opere con lo pseudonimo di Nikolaj Aržak – suscitò un’ondata di sdegno e di protesta non soltanto all’estero, ma persino in URSS. Il 1965 fu un anno significativo per il consolidamento e la crescita del dissenso: il 5 dicembre, per la prima volta dai tempi della Rivoluzione, si organizzò una dimostrazione politica passata alla storia come il “Miting glasnosti” (Incontro per la trasparenza) a sostegno degli imputati e in difesa dei diritti umani. Una delle figure preminenti della manifestazione fu il matematico Aleksander Esenin-Vol’pin – figlio del poeta Sergej Esenin – che si fece il promotore della richiesta di un processo a porte aperte agli imputati, conformemente a quanto previsto dalla Costituzione sovietica. La proposta fu supportata dai maggiori attivisti sovietici per la difesa dei diritti umani ­– tra cui Jurij Galanskov, Vladimir Bukovskij, Leonid Gubanov e Julija Višnevskaja – e portò alla diffusione in samizdat di un documento scritto dallo stesso Esenin-Vol’pin intitolato Graždanskoe obraščenie (Appello civile) in cui si esortava la popolazione russa a difendere i propri diritti civili esigendo il rispetto della Costituzione sovietica che prevedeva lo svolgimento di regolari processi a porte aperte, come previsto dal codice penale.

Čto takoe socialističeskij realizm fu stampato in URSS per la prima volta nel 1966 sulla rivista samizdat «Feniks-66» a cura di Ju. Galanskov, proprio a qualche mese di distanza dalla condanna ai lavori forzati di Sinjavskij e Daniėl’ con l’accusa di aver svolto propaganda antisovietica. Lo stesso anno uscì la traduzione italiana – ad opera di un traduttore anonimo – recante in copertina il nome di Sinjavskij anziché il suo pseudonimo: il volume fu pubblicato nella collana ‘I quaderni dell’Unione italiana per il progresso della cultura’. Nel 1967 fu la volta della prima pubblicazione tamizdat in lingua russa conforme al manoscritto originale (a differenza della prima uscita su «Mosty» che era una traduzione dal francese) edita dalla casa editrice Meždunarodnoe sotrudničestvo obščestvo di New York nel volume miscellaneo Fantastičeskij mir Abrama Terca (Il mondo fantastico di Abram Terc). Nel 1988 fu la volta di una nuova uscita in tamizdat per la casa editrice Sintaksis di Parigi (in una collana curata da Marija Rozanova, moglie dello stesso Sinjavskij e co-redattrice con il marito dell’omonima rivista tamizdat). L’anno dopo in URSS il pamphlet uscì per la prima volta in alcune pubblicazioni ufficiali, dapprima sulla rivista «Literaturnoe obozrenie» (n. 8) e poi sul volume intitolato Cena metafory, ili prestuplenie i nakazanie Sinjavskogo i Daniėlja (Il prezzo della metafora, ovvero del delitto e della pena di Sinjavskij e Daniėl), edito dalla casa editrice Kniga di Mosca. E fu così che i lettori sovietici dovettero aspettare ben 32 anni prima di vedere Čto takoe socialističeskij realizm sugli scaffali di una libreria russa, grazie alle politiche di liberalizzazione della stampa e al graduale ristabilimento della libertà di parola, entrambi effetti della nuova stagione di riforme inaugurata da Michail Gorbačëv nella seconda metà degli anni Ottanta, improntata alla glasnost’ (trasparenza) e volta alla perestrojka (ricostruzione) dell’assetto economico, politico e sociale del paese.

EDIZIONI IN LINGUA RUSSA:
Anonimo, Socrealizm i “Cel’”, «Mosty», n. 2 (1959), pp. 269-302. Online: https://vtoraya-literatura.com/pdf/mosty_02_1959_text.pdf [trad. dal francese di E. Neledinskij].
A. Terc, Čto takoe socialističeskij realizm, «Feniks-66», 1966.
A. Terc, Čto takoe socialističeskij realizm, in A. Sinjavskij, Fantastičeskij mir Abrama Terca, Meždunarodnoe sotrudničestvo obščestvo, N’ju-Jork 1967, pp. 399-446.
A. Terc, Čto takoe socialističeskij realizm, Sintaksis, Parigi 1988. Online: https://vtoraya-literatura.com/pdf/terz_chto_takoe_sotsialistichesky_realizm_1988_text.pdf.
A. Terc, Čto takoe socialističeskij realizm, «Literaturnoe obozrenie», n. 8 (1989), pp. 89-100.
A. Terc, Čto takoe socialističeskij realizm, in E. M. Velikanova (a cura di), Cena metafory, ili Prestuplenie i nakazanie Sinjavskogo i Daniėlja, Kniga, Mosca 1989 pp. 425-459. Online: https://imwerden.de/pdf/tsena_metafory_prestuplenie_i_nakazanie_sinyavskogo_danielya_1989_text.pdf.

TRADUZIONI:
Anonimo, Le réalisme socialiste, «Esprit», n. 2 (février, 1959), pp. 335-367.
Anonimo, Co to jest realizm socjalistyczny, Institut Literaci, Parigi, 1959. [trad. J. Lobodowski].

Anonimo, Che cos’è il realismo socialista, «Tempo presente», IV, 9-10 (Settembre-Ottobre), pp. 715-736
Anonimo, On Socialist Realism, «Dissent» (Winter 1960), pp. 39-66 [trans. by G. Dennis]. Online: https://www.dissentmagazine.org/article/on-socialist-realism.
A. Terc, On Socialist Realism, Pantheon Books, New York, 1961 [trans. by G. Dennis, introd. by Czeslaw Milosz].
A. Sinjavskij, Che cos’è il realismo socialista?, UIPC, Roma, 1966. Online: http://www.maldura.unipd.it/samizdat/italia/pdf/sinjavskij1.pdf.


BIBLIOGRAFIA
:
S. P. De Boer, E. J. Driessen et al. (a cura di), Biographical Dictionary of Dissidents in the Soviet Union: 1956-1975, Martinus Nijhoff Publishers, The Hague-Boston-London, 1982, p. 523.
G. Gibian, Abram Tertz, On Socialist Realism [review], «Slavic Review», Vol. 21, N. 3 (September 1962), pp. 71-572.
A. Ginzburg, Belaja kniga po delu A. Sinjavskogo i Ju. Daniėlja, Frankfurt-na-Maine: Possev-Verlag, 1967
[versione italiana: A. Ghinsburg, Libro bianco sul caso Daniel’ Sinjavskij, Jaka Book, Milano,1967].

S. Guagnelli, Tempo presente. Una rivista italiana cripto Tamizdat, «eSamizdat», vol. IX, 2012, pp. 87-104.

V. Kazak, Leksikon russkoj literatury XX veka, RIK Kul’tura, Mosca, 1996, pp. 422-423.
W. F. Kolonosky, Literary Insinuations: Sorting Out Sinyavsky’s Irreverence, Lexington books, Lanham, 2003, pp. 55-66.
Theimer Nepomnyashchy, Andrei Donatovich Siniavskii, in N. Cornwell (edited by), Reference Guide to Russian Literature, Routledge, London-New York, 1998, pp. 745-747.
Andrei Donatovich Sinyavsky (1925-1997), «The Slavic and East European Journal», Vol. 42, n. 3 (Autumn 1998), pp. 367-371.

[Ilaria Sicari]
[scheda aggiornata al 30 dicembre 2018]