[Leningrado] Appartamenti

[Leningrado] Appartamenti

Luogo:
Leningrado

Legenda:
prospekt (corso); ulica (via); bul’var (viale); pereulok (vicolo).

Descrizione:
Dopo anni di fruizione di spazi aperti, come quelli adiacenti alla Malaja Sadovaja, e di happening ante litteram, come quelli dei poeti filologi, nel clima di reazione politica e sociale ormai evidente a partire dalla seconda metà degli anni Sessanta, la dimensione privata dell’esistenza prende il sopravvento sull’estroversione e l’esibizionismo. La privatnost’ si concretizza nel ripiegamento di molti dei protagonisti della ‘Seconda cultura’ nelle camere e cucine degli appartamenti in condivisione. Innumerevoli i luoghi in tal senso significativi per la cultura dell’epoca. Due di questi avevano visto la nascita di altrettante, importanti cerchie artistiche: la camera di Roal’d Mandelštam in ‘Kanonerskaja ulica’, dove fino al 1961 (anno della prematura morte del poeta) erano soliti ritrovarsi Aleksandr Aref’ev e i suoi sodali; e l’abitazione di Anna Achmatova, che aveva visto l’investitura del cosiddetto Coro magico (‘Volšebnyj chor’), formato dai giovani Iosif Brodskij, Dmitrij Bobyšev, Anatolij Najman ed Evgenij Rejn. Noto e frequentato negli anni Sessanta era poi l’atelier situato in Zagorodnyj prospekt dello scultore e pittore Michail Šemjakin, fondatore del gruppo artistico Peterburg e fine intenditore di poesia, emigrato nel 1971 dopo diversi arresti e detenzioni coatte nelle cosiddette psichuški (ospedali psichiatrici). La rilevanza nella cultura dell’epoca del ruolo degli artisti, accanto ai tanti scrittori e letterati, è confermata dalla centralità ricoperta dall’abitazione di un altro pittore, l’astrattista Evgenij Michnov-Vojtenko (ulica Rubinštejn, 18), collocata accanto al caffè Saigon e molto frequentata, tanto da far ricordare al critico Vladimir Al’fonsov come non fosse Michnov «a recarsi al Saigon, ma il Saigon ad andare da lui». Il luogo di ritrovo privato più vivace e importante per lo sviluppo della vita culturale e letteraria leningradese rimane però il monolocale di 24 mq dove alloggiava Konstantin Kuz’minskij. Collocato su Profsojuzov (oggi Konnogvardejskij) bul’var e molto più aperto di tanti altri luoghi pubblici della città, l’appartamento, detto in maniera informale «sul boulevard», accolse decine di poeti, narratori e artisti fino al 1975, anno di emigrazione del suo pittoresco, intemperante e assolutamente straordinario inquilino. Tra i tanti habitué si ricordano: Krivulin, Ar’efev, Ufljand, Eremin, Bukovskaja, Sapgir, Stratanovskij, Kušner, Gorbovskij, Sosnora, Ėrl’, Kudrjakov, Venedikt Erofeev e molti altri. Per la realizzazione, ormai dagli Stati Uniti, di quell’autentico monumento alla poesia non ufficiale che è l’antologia U goluboj laguny (Alla laguna blu, 1980-1986, 5 volumi), Kuz’minskij fu coadiuvato dalla sensibilità e dal prodigioso senso estetico di Grigrorij Kovalev, ‘Griška il cieco’ (Griška slepoj), non vedente dall’infanzia, definito «registratore ambulante» (podchodjaščij magnitofon) per la capacità di tenere a mente migliaia di versi di poeti non conformisti, dei quali riusciva in molti casi a riprodurre persino l’intonazione della voce; la residenza di Kovalev si trovava in Apraksin pereulok, 8. Altra residenza privata tramutatasi in un luogo pubblico determinante per il recupero dei riferimenti culturali del passato, imprescindibili per la formazione di una cultura alternativa, fu l’eponimo appartamento n. 37 di ulica Kurljandskaja 20, dove, insieme all’amico Lev Rudkevič, vivevano i coniugi Viktor Krivulin e Tat’jana Goričeva. A partire dal 1975 la residenza si tramutò non solo nel luogo degli incontri dedicati da Krivulin alla «cultura di inizio secolo e [alla] coscienza contemporanea», ma soprattutto nella sede del celebre seminario religioso-filosofico tenuto da Goričeva, capace di attirare un enorme numero di ascoltatori e di ricreare in tal modo un legame importante tra intelligencija e religione cristiano-ortodossa. In quest’appartamento venivano letti e commentati autori del calibro di Paul Tillich, Søren Kierkegaard e Martin Heidegger, con il quale Goričeva intrattenne anche un rapporto epistolare. La rivista «37» nasce, nel 1976, proprio come «naturale prolungamento delle discussioni tra amici» inerenti a quegli incontri, benché nel corso degli anni, e in particolare dopo l’emigrazione forzata di Goričeva e Rudkevič (1981), il periodico prenderà ben altro andamento, aprendosi alle sperimentazioni artistiche moscovite e ospitando in seguito saggi composti sulla falsariga dei grandi pensatori contemporanei occidentali. Tra i tanti altri spazi privati attivi in quegli anni, va infine ricordata almeno la stanza di Julija Voznesenskaja (ulica Žukovskogo, 19), dove si tenevano serate di letture poetiche.

 

Bibliografia:

V. Al’fonsov, Au, Michnov! Kniga o chudožnike, Žurnal «Zvezda», Sankt-Peterburg 2012.
M. Caramitti, Letteratura russa contemporanea: La scrittura come resistenza, Laterza, Bari 2010, pp. 320-321.
V. Dolinin, B. Ivanov, B. Ostanin (sost.li), Samizdat Leningrada. Literaturnaja ėnciklopedija, NLO, Moskva 2003, p. 24.
Ju. Novikov, Stroitel’ Vavilonskoj bašni (k portretu Konstantina Kuz’minskogo), «Novoe Literaturnoe Obozrenie», n. 31, 1998.
V. Parisi, Il lettore eccedente. Edizioni periodiche del samizdat sovietico, 1956-1990, il Mulino, Bologna 2013, pp. 158-164.
M. Sabbatini, «Quel che si metteva in rima»: cultura e poesia underground a Leningrado, Europa Orientalis, Salerno 2008, pp. 184-185.
S. Stratanovskij, Semidesjatye – preodolenie stracha, «Enthymema», n.12, 2015, pp. 160-165.

 

[Federico Iocca]
[scheda aggiornata al 26 maggio 2018]

Dall’alto verso destra: Capodanno 1975 presso l’appartamento di Konstantin Kuz’minskij; Appartamento di Konstantin Kuz’minskij (anni ’70); Tat’jana Goričeva, Viktor Krivulin, Sergej Stratanovskij e la redazione di «37» (anni ’70); Konstantin Kuz’minskij e Oleg Ochapkin nello studio id M. Šemjakin (1971); Konstantin Kuz’minskij e Elen Bakster-de-vill’-Moren Li Chant presso l’appartemento di Michnov-Vojtenko; Juilja Voznesenskaja (anni ’70); Ėduard Bersudskij, Jurij Galeckij e Konstantin Kuz’minskij presso l’appartamento di quest’ultimo (1975).