09 May Vita e destino
Autore:
Vasilij Grossman
Anno:
1984
Descrizione:
Vita e destino (Žizn’ i sud’ba), il capolavoro di Vasilij Grossman sequestrato dagli agenti del KGB nel febbraio 1961, vide la luce in volume nel 1980, presso l’editore svizzero L’Age d’Homme. La pubblicazione del romanzo – del quale nulla si sapeva; in patria non era circolato neppure nel samizdat – ebbe un effetto dirompente, in particolare in Francia, primo tra i paesi europei dove apparve in traduzione, nel 1983. In Italia uscì l’anno dopo, per i tipi di Jaca Book, a cura di Cristina Bongiorno. Venne salutato come un «insolito best-seller» (nell’editoriale della rivista «Cultura e libri»): «Abbiamo visto quanto poco effetto abbiano fatto esempi del genere da noi in Occidente (basti pensare a Solgenitsin); eppure ci sentiamo in dovere di proporlo». Elena Guicciardi (per «La Repubblica») definiva senza esitazione il fino ad allora sconosciuto Grossman «un grande scrittore … che la critica ha paragonato a Pasternak e a Solgenitsyn». Tra gli slavisti, la prima voce fu quella di Vittorio Strada: «Per usare un’espressione čechoviana, Grossman è un esempio di uomo che ha saputo liberarsi dallo schiavo che era in lui, conquistando una nuova dignità che non annulla il suo passato, ma lo riscatta e lo arricchisce. Il suo romanzo … è la riprova di questa libertà interiore, così rara anche fuori dall’URSS» («Corriere della Sera»). A giudizio di Strada, «Grossman aveva scritto il primo vero romanzo antifascista sulla guerra antifascista. Egli aveva cioè scoperto che l’antifascismo ufficiale non era altro che la maschera ideologica di un’altra forma di totalitarismo, analoga a quella fascista: il comunismo sovietico, soprattutto nella sua variante staliniana, ma già, benché in forme non ancora del tutto esplicite, in quella di Lenin».
Fu in particolare la stampa cattolica a sottolineare il valore dell’opera: «Romanzo-epopea, romanzo-documento, romanzo-denunzia: comunque lo si voglia definire, certamente segna un’epoca e restituisce alla letteratura il suo ruolo profetico, civile e morale» (Ferdinando Castelli, «La civiltà cattolica»); recensioni appassionate apparvero in «Studi cattolici» (in un’intervista al romanziere Eugenio Corti), «Il Sabato» (a firma di Irina Alberti), «Studium» (vi si ricordava che il romanzo era stato ritenuto dalla critica il «libro dell’anno» del 1984). In quest’ultima Carmine Di Biase rilevava l’«altro tema proibito, trattato nel romanzo, quello che riguarda il tragico destino degli ebrei e, quindi, lo scottante tema dell’antisemitismo». Costante fu l’attenzione dedicata al romanzo da Luigi Giussani: «Leggete Vita e Destino di Grossman: è la cosa più terribilmente bella che abbia letto in vita mia (è un libro di cui tutti i giornali hanno fatto paginate intere di recensione positiva). Dovete leggerlo, è una cosa impressionante. L’autore è un ateo e descrive una situazione di ateismo; ma l’umanità latente, impotente, schiacciata dal potere, che emerge da quelle pagine, è una cosa commuovente» (Qui e ora: [1984-1985]).
Negli anni a seguire, nonostante la clamorosa pubblicazione di Vita e destino in patria (1989), sarebbe stata soltanto «la stampa di matrice cattolica a tener vivo un interesse per Grossman e le sue opere, che oggi sono reperibili praticamente solo nelle librerie religiose», come notava Giulia Lami. Nel 1998 uscì la seconda edizione di Jaca Book, e in «Nuovi argomenti» Mauro Martini (che del romanzo si era già occupato, senza grande entusiasmo, in «Tempo presente» nel 1984), riconoscendo il coraggio dell’editore, apprezzava dell’opera l’«orgogliosa rivendicazione della superiorità dell’individuo umano sul male (superiorità dovuta al fatto che soltanto la prospettiva di un giudizio legittima la vita)». La terza edizione di Jaca Book, nel 2005, a cento anni dalla nascita dell’autore, coincise con la mostra su Vita e destino organizzata a Torino da un gruppo di lettori e giovani studiosi che di lì a poco daranno vita al Centro Studi Vasilij Grossman (grossmanweb.eu), per promuovere la conoscenza e lo studio del romanzo e delle altre opere grossmaniane, con un sito dedicato, un centro di documentazione digitale, convegni e pubblicazioni di raccolte di saggi di studiosi italiani e stranieri (apparse negli anni 2007, 2011, 2014, 2018). Da allora a pieno titolo Grossman è entrato nel repertorio di studi della slavistica italiana.
Frattanto, nel 2008 Adelphi pubblica una nuova traduzione di Vita e destino, curata da Claudia Zonghetti e condotta sulla versione ‘definitiva’, edita a Mosca nel 1989. A dieci anni di distanza se ne contano 15 edizioni in due collane, per quasi novantamila copie: un grandissimo successo editoriale che alcuni incauti recensori saluteranno come novità assoluta. In effetti, oltre alle qualità della nuova versione, a favorirne finalmente l’ampia ricezione è stato il nuovo clima storico e politico.
Bibliografia
V. Strada, Come si salvò il libro «arrestato» dal KGB, «Corriere della sera», 27 aprile 1984.
E. Guicciardi, Il caso Grossman, «La Repubblica», 30 settembre 1984, pp. 22-23.
G. Cattini, Vita e destino, il romanzo di Grossman che il Kgb mise all’indice, «Cultura e libri», 1984, 5, pp. 249-254.
M. Martini, Vita e destino, «Tempo presente», settembre 1984, pp. 92-98.
F. Castelli, Il totalitarismo e l’uomo non possono coesistere, «La civiltà cattolica», 1 dicembre 1984, 3227, pp. 441-456.
C. Di Biase, Un fondamentale libro di V. Grossman: Vita e destino, «Studium», marzo – aprile 1985, pp. 235-239.
V. Strada, Il secolo dei totalitarismi e la metanoia di Vasilij Grossman. Completezza della memoria e coscienza storica, in Id., Autoritratto autocritico: Archeologia della rivoluzione d’Ottobre, Liberal, Roma 2004, pp. 121-130.
P. Colognesi, Un raggio di luce nel grigiore sovietico, «Tracce», febbraio 2006, pp. 96-97.
M. Martini, La definizione di un’eresia, «Nuovi argomenti», ottobre-dicembre 1998, pp. 48-61.
Il romanzo della libertà: Vasilij Grossman tra i classici del XX secolo, a c. di G. Maddalena e P. Tosco, Rubettino Editore, Soveria Mannelli 2007.
G. Lami, Riflessioni su V.S. Grossman, in Nel mondo degli Slavi. Incontri e dialoghi tra culture, a cura di M. Di Salvo, G. Moracci, G. Siedina, FUP, Firenze 2008, pp. 341-351.
L’umano nell’uomo. Vasilij Grossman tra ideologie e domande eterne, a cura di P. Tosco, Rubettino Editore, Soveria Mannelli 2011.
grossmanweb.eu (3/2019)
[Maurizia Calusio]
[Aggiornato al 20 agosto 2019]