16 Gen FESTIVAL DI CASTEL PORZIANO
DATE:
28 – 30 giugno 1979
LUOGO:
Spiaggia di Castel Porziano (Roma)
ORGANIZZATORI:
Simone Carella, Franco Cordelli, Ulisse Benedetti.
PARTECIPANTI:
Di seguito l’elenco dei principali partecipanti all’evento: Geaorge Baker, Amiri Baraka (LeRoi Jones), Dario Bellezza, Gerald Bissinger, William Burroughs, Ignazio Buttitta, Victor Cavallo, Giuseppe Conte, Gregory Corso, Corrado Costa, Maurizio Cucchi, Milo De Angelis, Diane di Prima, Evgenji Evtušenko, John Giorno, Lawrence Ferlinghetti, Allen Ginsberg, Brion Gysin, Giorgio Manacorda, Dacia Maraini, Nico Orengo, Aldo Piromalli, Fernanda Pivano, Marcelin Pleynet, Antonio Porta, Jaqueline Risset, Denis Roche, Amalia Rosselli, Marialuisa Spaziani, Ivano Urban, Sebastiano Vassalli, Cesare Viviani, Johann W. Von Goethe, Valentino Zeichen.
DESCRIZIONE:
Il Primo Festival Internazionale dei poeti di Castel Porziano, nei pressi di Roma, vede la stessa grande partecipazione – circa 30.000 persone – di alcuni dei più importanti eventi musicali della stagione dei movimenti e viene infatti ricordato come una sorta di Woodstock o di Parco Lambro, un pop festival della poesia. Il Festival è sicuramente il più rappresentativo tra i numerosi eventi dello stesso tipo organizzati durante gli anni Settanta in cui la poesia viene declamata dall’autore davanti a un pubblico e il reading diventa un momento aggregativo per la collettività, che si diffondono a seguito di un processo di teatralizzazione della parola poetica che trae origine da un lato dal beat americano dall’altro dalle sperimentazioni avanguardistiche già invalse negli anni Sessanta. Il reading entra infatti a pieno diritto tra gli eventi culturali più frequentati e praticati, nei piccoli locali così come all’interno di grandi manifestazioni artistiche, molte delle quali interamente dedicate proprio alla poesia. Tra i principali promotori di questa pratica poetica si trovano alcune cantine romane come il Dioniso Club di Giancarlo Celli e il Beat 72; l’idea del festival nasce proprio dall’iniziativa degli animatori del Beat 72, Simone Carella, Ulisse Benedetti e Franco Cordelli a seguito della manifestazione da loro stessi organizzata nel locale nel 1977, una duratura rassegna di reading che coinvolge i poeti dell’antologia Il pubblico della poesia (a cura A. Berardinelli e F. Cordelli, Lerici, Cosenza 1975). L’iniziativa del Beat 72 viene appoggiata dall’assessore alla cultura del Comune di Roma, Renato Nicolini, che lo inserisce all’interno della manifestazione “Estate romana” del 1979, finanziata dallo stesso Comune e dalla Provincia. L’evento viene pubblicizzato quotidianamente nei giorni della kermesse con un inserto su «Lotta continua» intitolato Quotidiana di poesia, nel quale vengono presentati i poeti partecipanti e pubblicate alcune loro poesie. Nei giorni 28, 29 e 30 giugno, su di un palco allestito nella spiaggia di Castel Porziano, non lontano dalla città, si “esibiscono” poeti italiani più o meno noti, molti già frequentatori del Beat 72 e di altri teatri-cantina, e moltissimi poeti internazionali. Va in primo luogo segnalata la presenza dei beat americani – guru delle proteste giovanili sin dagli anni Sessanta – come Allen Ginsberg, William Burroughs, Gregory Corso e Brion Gysin -, ma anche di altri poeti noti provenienti da Spagna, Francia, Germania, Gran Bretagna e URSS: tra questi Jaqueline Risset, Johann W. Von Goethe, Geaorge Baker e Amiri Baraka (LeRoi Jones). Significativa anche la presenza di Evgenji Evtušenko, uno degli scrittori russi più noti a livello internazionale e membro dell’Unione degli scrittori sovietici, che tuttavia rappresenta una voce non del tutto allineata e spesso propriamente critica rispetto al regime. Tra i poeti italiani si trovano molti giovani legati all’esperienza del Pubblico della poesia – come Dario Bellezza, Milo De Angelis o Maurio Cucchi -, molti nomi già noti della Neoavanguardia come Antonio Porta e Corrado Costa, e molti poeti beat come Ivano Urban e Aldo Piromalli. Gli autori si avvicendano sul palco presentando tra loro forti differenze: l’obiettivo dei promotori non è tuttavia quello di prospettare una panoramica sulle varie tendenze poetiche del periodo, bensì quello di promuovere la nuova figura del poeta performer e la poesia come atto gestuale, incentrando di conseguenza la rassegna sui poeti stessi, sulla figura dell’autore e sulle sue capacità performative. Durante il Festival alcuni poeti vengono acclamati dal pubblico – tra questi in particolare Piromalli e Ginsberg -, ma sin dai primi momenti essi vengono per lo più indistintamente contestati e continuamente interrotti; il pubblico reclama infatti il diritto di prendere la parola e di esprimersi, al pari degli autori, e l’abolizione del privilegio istituito dalla presenza stessa del palco che pone il poeta al di sopra degli spettatori. Alcuni poeti discutono con il pubblico, altri, trovatisi in difficoltà e irritati, abbandonano l’evento; l’ultimo giorno una folla di persone, come a voler mettere in atto una protesta contro i poeti, sale sul palco causandone il cedimento sulla sabbia. Castel Porziano segna dunque, simbolicamente, l’apice e al contempo la disfatta della poesia nel suo tentativo di avvicinamento al pubblico, svelando le contraddizioni insite nel processo di spettacolarizzazione che la aveva caratterizzata negli anni precedenti. Il Festival rappresenta uno spartiacque dopo il quale il legame degli scrittori con i movimenti si affievolisce e si verificano, in ambito poetico, un ripiegamento sull’io e un ritorno alla tradizione che perdurano fino alla metà degli anni Ottanta.
BIBLIOGRAFIA:
Sulla storia del festival si vedano in particolare F. Cordelli, Il poeta postumo, Le Lettere, Firenze 2010, e Il romanzo di Castel Porziano, a cura di S. Carella, P. Febbraro, S. Barberini, Stampa Alternativa, Viterbo 2015.
[Giovanna Lo Monaco]
[scheda aggiornata al 12 novembre 2018]