05 Mag FLUXUS
DATE:
1962 – 1993
LUOGO:
AG Gallery (New York); Il loft di Yoko Ono a Chambers Street (New York); Reuben Gallery (New York); Fluxshop (New York); Fluxhall (New York); Fluxhouse Cooperatives of SoHo (New York); Fluxhouse Cooperatives of Ginger Island (Ginger Island); Flux Cabinet (New Marlborough); Fluxus West San Francisco Center (San Francisco); Studio di Mary Bauermeister (Colonia); Galleria Schüppenhauer (Colonia); Galleria Der Spiegel (Colonia); Galleria Inge Baecker (Colonia); Galleria Art Intermedia (Colonia); Galleria Ars Viva (Berlino); Eat Art Gallery (Düsseldorf); Galerie Parnasse (Wuppertal); Galleria La Giarina (Verona); Galleria Il Gabbiano (La Spezia); Galleria Unimedia (Genova); Archivio Caterina Gualco (Genova); Galleria La Bertesca (Genova); Galleria Blu (Milano); Fondazione Mudima (Milano); Galleria Il Punto (Torino); Galleria Nuovi Strumenti (Brescia); Galleria Il Ponte (Firenze); Galleria Vivita (Firenze); Studio Morra (Napoli); Henie Onstad Kunstsenter (Høvikodden); Galleria Köpcke (Copenhagen); Organisation of Young Composers (Copenhagen); Museum of Graphic Arts (Machida); Galleria Akumulatory 2 (Poznań).
RIVISTE:
Si segnalano riviste che, a vario titolo, hanno dedicato dei numeri a Fluxus: «Phantomas» (1953 – 1980, Bruxelles); «TDR: The Drama Review» (1955 – in corso; Cambridge in Massachussetts); «FILM CULTURE» (1957-1983, New York); «Collage. Dialoghi di cultura» (1962-1964, Palermo); «Dé-coll/Age» (1962-1969, Francoforte); «Flash Art» (1963-2012, Milano); «kaLender» (1963-1971, Wuppertal-Düsseldorf); «ccV3» (1964-1979, New York); «Aspen» (1965-1971, New York); «edition et» (1966-1967, Berlino); «Da-a/u delà» (1966-1969, Milano); «Open» (1967-1968, Nizza); «flug/fluxBLATTzeitung» (1968-1973, Stoccarda); «Schmuck» (1972-1976, Cullompton).
CASE EDITRICI:
Fluxus Editions (New York); Printed Editions (New York); Black Thumb Press (New York); Reflux Editions (New York); The Something Else Press (New York – Nizza – Colonia); Fluxus West (San Diego); Edition Noel (Valencia); Editions MAT MOT (Colonia); Edition Hundertmark (Colonia); Rainer Verlag (Berlino); Edition René Block (Berlino); Edition Staek (Heidelberg); Vice Versand (Remscheid); Edition Hansjörg Mayer (Stoccarda – Londra); Beau Geste Press (Cullompton); Editions Lebeer-Hossmann (Bruxelles); Merlin Verlag (Amburgo); Museion (Bolzano); Edizioni Conz (Verona); Gabriele Mazzotta Editore (Milano); Pari & Dispari (Reggio Emilia); ED 912 (Milano).
EVENTI:
Fluxus Internazionale Festspiele Neuester Musik (Wiesbaden, 1962); Festival of Misfits (Londra, 1962); Festum Fluxorum (Copenhagen – Londra, 1962); Festum Fluxorum Musik og Anti-Musik der Instrumentale Theater (Amsterdam, 1962); Festum Fluxorum (Düsseldorf, 1963); Yam Festival (South Brunswick – New York, 1963); Exposition of Music-Electronic Television (Wuppertal, 1963); Fluxus Festival (Amsterdam – Den Haag, 1963); Le Festival Fluxus d’art total (Nizza, 1963); 12 New York Fluxus Concerts (New York, 1964); Fluxfestival (Lugano, 1964); Festival Fluxus (Poznań, 1977); Wiesbaden Fluxus 1962-1982. Eine Kleine Geschichte von Fluxus in Drei Teilen (Wiesbaden, 1982), Festival of Fantastics (Roskilde, 1985); Ubi Fluxus Ibi Motus (Venezia, 1990); Excellent 1992 (Copenhagen, 1992).
DESCRIZIONE:
Fluxus è un movimento artistico nato a New York agli inizi degli anni Sessanta, che, dopo aver intercettato e rielaborato certe teorie e modalità espressive del New Dada, del Lef ma anche del Nouveau Réalisme, si diffonde rapidamente in tutto il mondo. Già il nome indica qualcosa dai contorni sfumati e suggerisce un’indeterminatezza formale nonché contenutistica. L’ideatore di Fluxus è George Maciunas, artista, architetto, grafico e impresario di origini lituane, che arriva a New York nel 1948, per studiare arte e design presso la Cooper Union. Dieci anni dopo, in occasione di un corso di composizione musicale tenuto da John Cage alla New York School for Social Research, conosce alcuni degli artisti impegnati nelle neoavanguardie newyorkesi come Dick Higgins, George Brecht, Richard Maxfield e La Monte Yooung. Durante le lezioni, Jackson Mac Low legge le sue eclettiche poesie, mentre Allan Kaprow conia il termine «Happening», per descrivere una forma multimediale di teatro priva di una matrice inventiva precostituita, sperimentato nel 1959 presso la Reuben Gallery con l’evento 18 happening in 6 parts. Da questa temperie di innovative sperimentazioni, gli artisti cominciano a elaborare delle forme espressive che coinvolgono più pratiche artistiche, dalla danza alla poesia, dalla pittura alla musica, dall’Happening al design. Nel 1959 Al Hansen e Dick Higgins fondano il New York Audiovisual Group, mentre La Monte Young e Jackson Mac Low, nel 1960, compilano spartiti, saggi, manoscritti e sceneggiature per la rivista «Beatitude East». Nell’ottobre dello stesso anno, Maciunas sceglie la parola “Fluxus” per intitolare una rivista che si ponga come punto di riferimento per il Lituanian Cultural Group di New York. Nonostante progetti i primi sei numeri, strutturati come un’antologia tematica per dare risalto al cinema sperimentale, alla poesia sonora, alla pittura e alla musica elettronica, la rivista non viene mai pubblicata. Nel frattempo, Maciunas dirige la AG Gallery dove organizza, nel giugno 1961, tre concerti di musica sperimentale, caratterizzata dalla commistione di melodia e rumore, di Toshi Ichiyanagi, Mac Low e Joseph Byrd. Yoko Ono, nello stesso periodo, tiene delle performances e dei dibattiti presso il suo loft a Manhattan, che diviene un importante luogo di riferimento per questi artisti. Contemporaneamente, a Colonia, l’artista Mary Bauermeister ospita nel suo studio di Lintgasse le opere e le performances di autori come George Brecht e La Monte Young. La pubblicazione che riunisce per la prima volta molti dei protagonisti di Fluxus è An Anthology (ottobre 1961), curata da Maciunas e Young. Il volume contiene poesie visuali, oggetti da estrarre, documentazioni di performances, disegni, spartiti musicali e composizioni matematiche di Brecht, Byrd, Cage, Ono, Higgins, Mac Low, Maxfield, Young, Henry Flynt, Emmett Williams e molti altri. Il libro perde, così, la sua forma convenzionale e si apre a nuove strutture artistiche, per le quali il fruitore diventa un operatore. Fallita la AG Gallery e travolto dai debiti, Maciunas si trasferisce in Germania, dove lavora come grafico alla base aeronautica americana di Wiesbaden. Qui, nel 1962, organizza e presenta quattordici concerti che vanno sotto il nome collettivo di «Fluxus Internazionale Festspiele Neuester Musik», a cui partecipano Higgins, Williams, Alison Knowles, Nam June Paik, Wolf Vostell e Ben Patterson, che presentano opere provenienti da tutto il mondo. Nel frattempo, a Parigi, Robert Filliou organizza una mostra di Ben Patterson presso la Galerie Legitime: l’evento itinerante prevede la raccolta in un cappello di oggetti trovati per le strade e sui mezzi pubblici. La mostra anticipa la performance «Sneak preview: Fluxus, happening, environments, poems, dances, composition», presso la Galerie Girardou, con Higgins, Maciunas, Brecht e molti altri autori. Contemporaneamente, si forma Fluxus East sotto la guida di Milan Knížák e Jindřich Chalupecký, cioè un distaccamento del movimento che ha sede nel territorio sovietico e balcanico. Durante il «Festum Fluxorum» tenuto a Düsseldorf nel 1963, circola il primo manifesto del movimento che si struttura come un collage di frasi manoscritte e testi stampati. Oltre alla spiegazione del termine “flux”, è presente una dichiarazione di intenti che vede, innanzitutto, una denuncia del mondo dall’arte tradizionale, borghese ed elitaria, per dare spazio all’anti-arte, all’arte rivoluzionaria e democratica. Infine, nel manifesto si afferma l’obiettivo di liberarsi dal cosiddetto “Europanismo”, dando luce a nuove culture, a nuovi luoghi e a nuove idee. George Brecht, artista estremamente attivo e poliedrico, nonché ideatore degli «Events», cioè delle performances elementari che rappresentano le unità degli Happenings, nel 1963 organizza, insieme a Robert Watts, lo «Yam Festival», una grande manifestazione della durata di un mese, tra il New Jersey e New York, che ha al centro gli oggetti della vita quotidiana. Lo stesso anno, con Ray Johnson, crea la Mail Art che consiste nell’invio di opere di piccolo formato, dalle cartoline a oggetti della vita quotidiana, attraverso il servizio postale, con il fine di creare una fitta rete comunicativa tra gli artisti. L’anno seguente, inoltre, Brecht dà vita al periodico «ccV3», caratterizzato dalla presenza di collages, dalla sovrabbondanza di immagini e dalla comunicazione degli eventi legati a Fluxus. In questi anni, sia negli Stati Uniti che in Europa, vengono organizzati numerosi festival e allestite altrettante mostre dedicate a Fluxus, durante le quali il pubblico è coinvolto attivamente. Nel 1965, Maciunas realizza un nuovo manifesto intitolato Fluxmanifesto on Fluxamusement, in cui si fa riferimento alla deprofessionalizzazione dell’artista e alla massificazione dell’opera. I criteri che corroborano il movimento sono molteplici, tra cui l’interdisciplinarità e l’internazionalità. Dick Higgins in Fluxus: Theory and Reception (1987) espone i nove principi di Fluxus: lo sperimentalismo e l’iconoclastia; l’effimero; la specificità; il divertimento; la partecipazione, la soluzione dell’eterna dicotomia tra arte e vita; il minimo intervento e l’intermedialità. Quest’ultimo concetto è stato utilizzato dallo stesso Higgins a partire dal 1965, per descrivere una nuova forma d’arte che abbatta i confini tra una disciplina e l’altra, giungendo a un naturale mescolamento delle forme artistiche ed espressive, che diano luogo a opere aperte, dove la partecipazione dello spettatore è parte integrante dell’opera stessa. Nonostante Maciunas abbia tentato di dare al movimento una veste unitaria, arrivando a istituire le «Fluxhouse Cooperatives» a SoHo, nelle British Virgin Islands e nelle campagne di New Marlborough, Fluxus è caratterizzato dall’affermazione dell’individualità di ogni protagonista. La maggior parte di questi artisti, infatti, prima di avvicinarsi a Fluxus, ha esperienze in altri gruppi e in altre sperimentazioni, come Daniel Spoerri nel Nouveau Réalisme e nella poesia concreta o Emmett Williams nell’arte concreta. Ciò dimostra che Fluxus è un movimento estremamente eterogeneo cui partecipano artisti che non sono accomunati da una teoria estetica, quanto piuttosto dal desiderio di sperimentare cose nuove in libertà. L’arte, secondo i loro principi, non è elitaria bensì estremamente democratica, perché ogni persona può crearla e trarne godimento. Questo è il motivo principale per cui gli artisti di Fluxus rifiutano l’editoria standard e la mercificazione dell’opera d’arte. Se nei primi anni le performances distruttive e le sperimentazioni sonore hanno un particolare rilievo, in seguito sono gli oggetti a diventare fondamentali. Il libro d’artista, il Fluxbox, il Fluxlabyrinth, il Fluxkit o il Fluxyearbook offrono polivalenti esperienze sensoriali e si adattano alla diffusione di massa a basso costo. Spesso questi oggetti sono privati della loro funzione, anche se camuffati da prodotti commerciali, al fine di porre l’opera d’arte fuori dal mercato. L’arte diviene mezzo conoscitivo del reale attraverso la sollecitazione dei sensi e, in particolare, dell’udito e del tatto. Molti artisti, infatti, cominciano a utilizzare sostanze organiche come cenere, insetti o bucce per offrire al fruitore un’esperienza più intensa e, a volte, più sconcertante. Trasformando gli oggetti in anti-oggetti, i Fluxers convertono l’arte in anti-arte. L’Italia rappresenta un centro propulsivo di Fluxus, grazie, in particolare, alle attività di Giuseppe Chiari, che sperimenta la musica visiva soprattutto presso la Galleria Vivita di Firenze; Gianni Emilio Simonetti come performer, regista e compositore di partiture visuali; Gianni Sassi che si propone come discografico, organizzatore e grafico; Gino Di Maggio il quale, attraverso la Fondazione Mudima di Milano, ha ospitato mostre di moltissimi artisti internazionali, ha organizzato concerti e festival per Fluxus; Francesco Conz, che, dopo aver conosciuto Maciunas e Cage a New York nel 1974, pubblica numerose opere di Fluxus e allestisce un archivio estremamente ricco; e Caterina Gualco che ha aperto la sua Galleria Unimedia di Genova sia a mostre personali di Robert Filliou, Nam June Paik, Eric Andersen, Joseph Beuys, Daniel Spoerri e altri, sia a quelle collettive. In Francia annoveriamo, tra Parigi e Nizza, l’attività di Robert Filliou, come regista, scultore, poeta ed esecutore di Happenings, e di Ben Vautier, un performer che persegue, durante la sua carriera, l’obiettivo del teatro totale, da mettere in scena principalmente per strada e in piazza. Intorno alla metà degli anni Novanta, Fluxus si è sfaldato e frammentato in plurime esperienze recenti, lasciando un’impronta indelebile nell’arte odierna.
BIBLIOGRAFIA:
Per una panoramica d’insieme su Fluxus si rimanda ai seguenti volumi: René Block, Anne Marie Freybourg (a cura di), 1962 Wiesbaden FLUXUS 1982, Harlekin Art, Wiesbaden-Kassel-Berlin 1982; Jon Hendricks (a cura di), Fluxus Codex, Harry N. Abrams, New York 1988; Stewart Home (a cura di), Assalto alla cultura. Le avanguardie artistico-politiche: lettrismo, situazionismo, Fluxus, mail art, Shake Edizioni, Milano 1988; Ken Friedman, Fluxus and Company, Emely Harvey Gallery, New York 1989; Achille Bonito Oliva, Gino Di Maggio e Gianni Sassi (a cura di), Ubi Fluxus ibi motus 1990-1962, dal Catalogo La Biennale di Venezia, Ex Granai della Repubblica alle Zitelle, 26 maggio – 30 settembre 1990, Mazzotta Editore & Fondazione Mudima, Milano 1990; Henry Martin (a cura di), Fluxers, Museion, Bolzano 1992; Christel Schüppenhauer (a cura di), Fluxus Virus, Galerie Schüppenhauer, Colonia 1992; Elizabeth Armstrong, Simon Anderson (a cura di), In the Spirit of Fluxus, Walker Art Center, Minneapolis 1993; Hannah Higgins, Fluxus Experience, University of California Press, Berkley-Los Angeles 2002; Sandra Solimano (a cura di), Fluxus Constellation, dal Catalogo della mostra, Museo d’Arte Contemporanea di Villa Croce a Genova, Neos, Genova 2002; Jacquelynn Baas (a cura di), Fluxus and the Essential Questions of Life, The University of Chicago Press, Chicago 2011; Antonio d’Avossa, Nicoletta Ossanna Cavadini (a cura di), Fluxus. Una rivoluzione creativa. 1962-2012, Skira, Milano 2012. Per approfondire l’attività di Fluxus in Italia, si segnala il volume a cura di Caterina Gualco, Fluxus in Italia, Il Canneto Editore, Genova 2012.
[Clementina Greco]
[scheda aggiornata al 20 aprile 2019]