04 Dic Gorožane (Cittadini)
DATE:
1965-1975
LUOGO:
Leningrado
FONDATORE:
Boris Vachtin
COMPONENTI:
Vladimir Gubin, Igor’ Efimov, Vladimir Maramzin.
INIZIATIVE EDITORIALI:
antologia samizdat Gorožane (due edizioni: 1964, 1965); fondazione della rivista parigina tamizdat «Ėcho».
DESCRIZIONE:
Il gruppo Gorožane (Cittadini) nasce dal progetto di Boris Vachtin di pubblicare un’antologia dal titolo omonimo in grado di riunire le opere in prosa di un gruppo di amici, di cui, oltre allo stesso Vachtin, facevano parte gli scrittori Vladimir Gubin, Igor’ Efimov e Vladimir Maramzin. Nonostante una concreta presenza nell’editoria ufficiale (aspetto che li differenzia dai componenti di altri gruppi dell’underground), i quattro autori manifestarono la volontà di realizzare una pubblicazione mossa unicamente dal proprio gusto estetico e avulsa dalle limitate e grette considerazioni dei burocrati. La versione dattiloscritta della raccolta, corredata da uno scritto introduttivo di David Dar, fu consegnata nel 1965 all’editore Sovetskij pisatel’, che oppose un fermo rifiuto alla pubblicazione. A questo primo tentativo ne seguirono altri: ai racconti dei quattro scrittori vennero aggiunti, nella seconda versione della crestomazia, l’articolo Gorožane o sebe (I cittadini riguardo a se stessi), sorta di manifesto del gruppo, e persino i giudizi negativi espressi da varie personalità ufficiali. Incassati altrettanti rifiuti e presa coscienza dell’irrealizzabilità del proposito, Vachtin e compagni iniziarono a far circolare l’antologia attraverso i canali del samizdat, riservando però una copia dell’opera alla Publička, la Biblioteca Statale di Leningrado, già luogo di riferimento per i giovani della Malaja Sadovaja. Esteticamente affini tra loro e accomunati dall’interesse per il prostorečie (ovvero il parlato quotidiano), da quel momento i Cittadini avrebbero indirizzato le proprie opere alle vie dell’editoria clandestina, in patria e all’estero. Ciò nonostante, alcuni dei racconti contenuti nell’antologia avrebbero trovato la strada della pubblicazione ufficiale, a testimonianza non solo del livello tutt’altro che eversivo di quegli scritti (soprattutto se confrontato con le opere di altri autori non conformisti), ma anche della volontà da parte del potere di evitare ulteriori scandali. Nel suo scritto introduttivo, Dar aveva evidenziato l’innovatività della lingua utilizzata in quei racconti, capaci di decostruire i canoni del discorso letterario tradizionale. A dispetto dei contatti intrattenuti con una parte dell’editoria ufficiale, i Cittadini mantennero piena autonomia di pensiero. Questa sarebbe riemersa in occasione delle vicende Brodskij e Sinjavskij-Daniėl’, quando gli autori si schierarono a difesa dei colleghi condannati. Influenzati da autori come Gogol’, Zoščenko, Oleša, Babel’ e Platonov (di cui raccolgono i testi), e vicini a gruppi quali la Filologičeskaja škola e gli Orfani di Achmatova, Vachtin, Gubin, Efimov e Maramzin sopperiscono alla scarsa divulgazione dei loro lavori più significativi attraverso varie letture pubbliche (si esibiscono presso il Dom Kul’tury e al caffè Molekula). Il gruppo può dirsi attivo fino al 1975, anno in cui Maramzin viene prima arrestato e poi costretto ad emigrare a Parigi: qui, insieme al poeta e cantante Aleksej Chvostenko, fonderà nel 1978 «Ėcho», rivista fondamentale per il recupero del lascito di molti autori esclusi dai canali ufficiali (vi pubblicheranno le proprie opere, tra gli altri, Gubin, Brodskij, Dovlatov e diversi componenti della Filologičeskaja škola). Come evidenziato da Savickij, i Cittadini dimostrano sin dal nome di voler rappresentare un’alternativa urbanista alla coeva corrente dei cosiddetti Derevenščiki, gli Scrittori ruralisti, la cui opera (edita) era incentrata sulla rivisitazione nostalgica e idealizzata di un passato nel quale la campagna ricopriva ancora un ruolo centrale per la società russa.
BIBLIOGRAFIA:
V. Dolinin, B. Ivanov, B. Ostanin (sost.li), Samizdat Leningrada. Literaturnaja ėnciklopedija, NLO, M. 2003, pp. 19, 399-400, 553-557.
S. Dovlatov, Remeslo, http://www.sergeydovlatov.ru/index.php?cnt=8&sub=3&page=4 (05/2018).
Gorožane, «Sumerki», 1991, n. 11.
V. Maramzin, Uroki Nabokova, «Zvezda», 2000, n. 7.
M. Sabbatini, «Quel che si metteva in rima»: cultura e poesia underground a Leningrado, Europa Orientalis, Salerno 2008, pp. 66-67.
S. Savickij, Andegraund. Istorija i mify leningradskoj neoficial’noj literatury, NLO, M. 2002.
[Federico Iocca]
[scheda aggiornata al 20 maggio 2018]