07 Mag Internazionale Situazionista
DATE:
1957-1972
GRUPPI E LUOGHI:
Internazionale Lettrista (Internationale Lettriste, Parigi), Movimento Internazionale per una Bauhaus Immaginista (Mouvement International pour un Bauhaus Imaginiste – M.I.B.I.), Laboratorio Sperimentale per una Bauhaus Immaginista (Alba), Gruppo SPUR (Monaco), Circolo psicogeografico di Londra (London Psychogeographical Association).
RIVISTE:
«Potlach. Bolletino dell’Internazionale Lettrista» (Parigi, 1954-1957); Internazionale Situazionista. Bollettino edito dalle sezioni dell’Internazionale Situazionista (Parigi, 1958-1969).
CASE EDITRICI:
Edizioni in proprio.
DESCRIZIONE:
Movimento fondato nel 1957 in Italia, ma con sede ‘centrale’ a Parigi, esso deriva dall’evoluzione (assieme ad altre componenti) dell’Internazionale Lettrista (1952-1957), anch’essa nata in Francia – e specificamente a Parigi, con estensione internazionale. L’Internazionale Lettrista e l’Internazionale Situazionista si sviluppano nel periodo che coincide con la nascita dei nuovi movimenti di sinistra europei, con la destalinizzazione (segnata dai fatti di Ungheria del 1956), la guerra d’Algeria e l’avvento del gollismo in Francia. Difatti il tratto precipuo di entrambe (soprattutto dell’Internazionale Situazionista) è costituito dallo stretto rapporto tra arte e politica, laddove il sovvertimento culturale viene avvertito come inscindibile da quello sociale.
Nata dall’ala più estremista del Lettrismo (movimento fondato nel 1946 in Francia da Isidore Isou), l’Internazionale Lettrista si costituisce nel 1952 ad opera di Guy Debord, in occasione del sabotaggio, con lancio di volantini, di una conferenza stampa tenuta da Chaplin a Parigi. Il processo di sovvertimento delle arti iniziato da Isidore Isou e basato, dapprima, sulla “lettera” che media la fusione tra poesia pittura e musica, e poi sul concetto di “creazione totale”, che prevede l’uso di tutte le tecniche e dei materiali con il concorso dello spettatore-attore, si radicalizza ulteriormente nel gruppo scissionista dell’Internazionale Lettrista, con l’elaborazione di una proposta culturale che si estende sempre di più dal campo delle arti a quella della società, con riferimento specifico allo spazio urbano e architettonico, inteso come dimensione sociale in cui esercitare la libertà, la creatività e l’azione ludico-estetica. Nei primi anni di attività i membri dell’Internazionale Lettrista (Jean-Louis Brau, Guy-Ernest Debord, Serge Berna, Gil J. Wolman) si concentrano soprattutto sulla realtà urbana e sull’elaborazione di un nuovo modo di vivere lo spazio, in linea con le testi esposte da Lefebvre in Critique de la vie quotidienne (1946 e 1960). Le indagini riguardanti l’interazione tra paesaggio urbano e comportamento emotivo degli individui sono definite con il termine psicogeografia; lo spazio è esplorato tramite la pratica della dérive – ovvero «tecnica di passaggio improvviso attraverso atmosfere ambientali diverse» (“Definizioni”, Internazionale Situazionista, 1, 1958) – ed è “agito” mediante la “costruzione delle situazioni” («momenti della vita, concretamente e deliberatamente costruiti con l’organizzazione collettiva di un ambiente unitario e di una articolazione di eventi», ibidem), nell’ambito di una nuova concezione della realtà urbanistica, definita come Urbanisme Unitaire («Teoria dell’uso globale delle arti e della urbanistica unitaria tecnica per la costruzione integrale di un ambiente, in rapporto dinamico con esperienze comportamentali», ibidem). Ne deriva un uso spontaneistico e ludico dello spazio urbano, attraverso ambienti mobili e trasformabili che promuovono uno stile di vita nomade, in aperta contrapposizione alle strutture immobili e “utili” del funzionalismo di Le Courbusier e della scuola del Bauhaus. Di particolare importanza, in questo senso, è il primo rapporto teorico firmato da Gilles Ivain (Ivan Chtcheglov), Formulaire pour un Urbanisme Nouveau, in parte pubblicato sul bollettino mensile del movimento, «Potlach» (edito a Parigi in ventinove numeri tra il 1954 e il 1957, più un numero unico di una nuova serie del 1959). Il titolo della rivista si riferisce al nome di una grande solennità festiva in uso presso alcune popolazioni indigene del Nord America durante la quale i gruppi cercavano di superarsi a vicenda facendosi doni in quantità; esso evoca quindi i principi di gratuità del dono e alla prodigalità di energie e tempo, in aperta opposizione ai capisaldi su cui si basa il capitalismo. Ciò è sottolineato anche dalla dicitura che accompagna ogni numero – «Tutti i testi pubblicati in ‘Potlach’ possono essere riprodotti, imitati o parzialmente citati senza alcuna indicazione d’origine» – e che dichiaratamente si oppone al mercato editoriale e al concetto di diritto d’autore, favorendo al contrario la libera circolazione delle idee e delle opere. Dal punto di vista politico la posizione di Debord e compagni è vicina a quella del gruppo Socialisme ou Barbarie, che si colloca all’interno della critica di sinistra di ispirazione trotskista, in continuità con la critica del bolscevismo e del sistema stalinista iniziata sin dal 1945 dalla rivista «Les Temps Modernes» (cf. Bandini: 42). L’internazionale Lettrista non è l’unica componente che dà luogo nel 1957 alla fondazione dell’Internazionale Situazionista, la cui nascita risulta dall’unione di più gruppi e movimenti attivi in Europa, che nel 1955 trovano una sintesi nel Movimento Internazionale per una Bauhaus Immaginista (M.I.B.I.). La storia del M.I.B.I. affonda le sue radici nel movimento COBRA, gruppo di artisti internazionale (fa capo alle città di Copenaghen, Bruxelles, Amsterdam) che promuove un’attività di tipo collettivo basata sull’impegno sociale e rivoluzionario dell’artista. Il gruppo, fondato a Parigi nel 1949 da Dotremont, Jorn, Constant, Appel, Corneille, si scioglie nel 1951, per divergenze insanabili sul modo di coniugare l’attività artistica con un più diretto intervento sulla società. Jorn, tuttavia, non abbandona il progetto e negli anni seguenti si mantiene in contatto con le avanguardie europee, entrando in collisione con le nuove tendenze del funzionalismo e del neocostruttivismo che caratterizzano la scuola di Ulm diretta da Max Bill dal 1953, in opposizione alla quale fonda nel medesimo anno il Movimento Internazionale per una Bauhaus Immaginista, di cui è il solo membro. Al Movimento però aderiscono l’anno seguente Enrico Baj e il Movimento Pittura Nucleare di Milano, nonché, nel 1955, Pinot Gallizio che insieme a Jorn dà vita al Laboratorio Sperimentale per una Bauhaus Immaginista, cui partecipano (oltre a Jorn e Gallizio) Piero Simondo, Enrico Baj, Ettore Sottass jr, Walter Olmo. Nel 1956 anche l’Internazionale Lettrista aderisce al M.I.B.I. e viene organizzato ad Alba il 1° Congresso Mondiale degli Artisti Liberi (2-8 settembre). Baj e il Movimento di arte nucleare si ritirano subito dall’iniziativa, su pressione del delegato lettrista Gil J. Wolman, aderisce invece Constant, artista ex COBRA, interessato soprattutto all’architettura. Il programma del movimento è esposto nel testo (La plate-forme d’Alba) pubblicato sul n. 27 di Potlach (novembre 1956) e si basa principalmente sulla «necessità di una costruzione integrale della vita per mezzo dell’Urbanisme Unitaire», in funzione di «un nuovo modo di vita a venire» basato sulla libertà individuale e collettiva (Bandini: 93). Ciò comporta un superamento dell’arte intesa in modo tradizionale – seppur nell’ambito di una prassi sperimentale – che determina la creazione di opere innovative basate sulla tecnica del détournement. Un esempio è costituito dalla pittura industriale di Pinot Gallizio realizzata con varie tecniche su lunghissime tele avvolte in rulli e vendute a metro, nelle quali il détournement si concretizza sia nella banalizzazione del concetto di arte – laddove i tagli di tela possono essere impiegati per tappezzare pareti o divani, per ricavare tovaglie e complementi d’arredo – sia nella svalutazione del prodotto-merce (venduto a prezzi molto bassi) volta a mettere in crisi l’apparato mercantile borghese di produzione e commercializzazione dell’opera d’arte come bene elitario. Da segnalare in questo senso la realizzazione di libri d’artista (tra i primi esempi del genere in Europa) costituiti da collage di immagini di varia provenienza (quotidiani, riviste, fumetti, carte geografiche, annunci pubblicitari) detournati da frasi spiazzanti e interventi pittorici, come Fin de Copenhague. Essay d’écriture détournée, realizzato nel 1957 da Jorn con la consulenza di Debord, e la Guida Psychogéographique de Paris. Pentes psichogéographiques de la dérive et localisation d’unités d’ambriance (1957) di Debord, vera e propria dérive attraverso le planimetrie dei quartieri di Parigi. Al 1957 risale anche un testo fondamentale per la piattaforma programmatica della futura Internazionale Situazionista, ovvero il Rapport sur la construction des situations et sur les conditions de l’organisation et de l’action de la tendance situationniste internationale, pubblicato in edizione italiana da Notizie di Torino, con prefazione di Gallizio (poi anche in Uomini e Idee, 1, 1975: 113, preceduto da L. Caruso, S.M. Martini, Note sull’attività estetica, la rivoluzione culturale e i situazionisti). Il rapport porta alle estreme conseguenza la prassi contestataria delle avanguardie storiche (in special modo del surrealismo) e propone la tesi di una rivoluzione culturale che partendo dalla “critica alla vita quotidiana” di Lefebvre si orienta verso la contestazione globale del capitalismo moderno (secondo la sociologia marxista e le teorie utopiche di Fourier, Proudhon), in unione con le rivendicazioni della classe operaia (cf. Bandini: 112).
Il 28 luglio 1957 a Cosio d’Arroscia si tiene la conferenza che dà vita all’Internazionale Situazionista, attraverso la fusione del M.I.B.I, dell’Internazionale Lettrista e del Comitato psicogeografico di Londra (fondato e composto dal solo Rulph Rumney). La sezione italiana (raccolta nel Laboratorio Sperimentale dell’Internazionale Situazionista) è composta da Gallizio, il figlio Giors Melanotte, Walter Olmo, Piero Simondo, Elena Varrone. Contestualmente sono organizzate sezioni in Belgio, Algeria, Scandinavia e nel 1958 viene costituita la sezione tedesca che comprende il gruppo SPUR. Iniziano, intanto, le prime ‘epurazioni’ degli artisti che sono ritenuti ancora troppo compromessi con una concezione tradizionale dell’arte, come gli italiani Walter Olmo, Simondo, Elena Varrone, cui seguiranno, negli anni, le esclusioni di Rumney e di Gallizio, le dimissioni di Constant e Jorn.
L’attività dell’Internazionale Situazionista si sviluppa attraverso conferenze, convocate annualmente (nel 1958 a Parigi, nel 1959 a Monaco, ecc…) e pubblicizzate attraverso la strategia dei tracts, volantini con scopo provocatorio, basati su un linguaggio detournato di forte impatto, secondo una modalità che poi sarà propria dei movimenti di contestazione del Maggio francese. Le idee del movimento sono diffuse tramite la rivista Internazionale Situazionista, il cui primo numero esce a Parigi nel giugno 1958, nonché attraverso l’organizzazione di eventi espositivi, tra cui si ricordano la mostra di “costruzioni spaziali” di Constant (1959) e la progettazione dei primi “ambienti” pittorici con La caverna dell’antimateria di Gallizio (1958-1959), la mostra di pittura di Jorn (Vingt peintures modifiées, 1959) e la pubblicazione da parte di Debord del libro d’artista Mémoires (1959), di fatto un saggio di écriture detourneé. Nonostante la ricchezza di eventi degli anni 1958-1959, è proprio sull’attività artistica che si condensa il punto di massima divergenza tra i vari membri, di fatto divisi tra i sostenitori di un uso, seppure detournato, dei tradizionali luoghi espositivi, e i sostenitori del superamento integrale dell’arte, con la fine della produzione delle opere e soprattutto con la cessazione di qualsiasi tipo di attività espositiva nelle gallerie, sentita come inevitabilmente compromissoria con il mercato borghese dell’arte. Lo scontro si consuma nel nel 1959, quando Gallizio progetta, assieme a tutti i membri dell’internazionale Situazionista, una grande manifestazione di “Urbanisme Unitaire” allo Stedeljik Museum di Amsterdam, che prevedeva la creazione di un labirinto gigante all’interno del museo, l’esposizione di tutti i documenti del movimento, conferenze incise su magnetofoni, e una dérive nella zona centrale della città. La manifestazione non ebbe luogo per divergenze insanabili con la direzione del museo e ad esporre fu il solo Gallizio. Ciò ebbe come conseguenza l’allontanamento di tutta l’ala artistica del movimento, in linea con l’interpretazione intransigente del concetto di superamento dell’arte, a favore di una radicalizzazione politica dell’Internazionale Situazionista, sancita nel 1960 dalla collaborazione con il gruppo Socialisme Ou barbarie (che durerà fino al 1966), basata sulla comune necessità della lotta rivoluzionaria contro l’ordine capitalista per la ricostruzione della vita quotidiana (cf. Bandini: 200). In sostanza l’Internazionale Situazionista da avanguardia artistica diventa a tutti gli effetti avanguardia politica, animando gli scioperi e le proteste del Maggio francese, con volantini, comunicati e azioni di protesta, che propugnano idee da sempre proprie del movimento, come il tema dell’importanza dei giovani (di derivazione lettrista), la denuncia della civiltà dello spettacolo che monopolizza il tempo libro, la dimensione ludica del gioco, il desiderio come motore della creazione e della spinta rivoluzionaria (intesa in senso bretoniano come “rivoluzione permanente”), la necessità di sovvertire l’angusta morale della classe borghese e il modello capitalistico della società. In quest’ambito si segnalano in primo luogo il capitale libro di Debord, La società dello spettacolo (1967) e il fondamentale opuscolo De la misere en milieu etudiant redatto e diffuso da Khayati nel 1966 durante la cerimonia d’inaugurazione dell’anno universitario di Strasburgo, con grande eco e scandalo, poi tradotto in numerose paesi, tra cui l’Italia, dove è pubblicato da Feltrinelli (col titolo Della miseria dell’ambiente studentesco, 1967). L’Internazionale Situazionista, ormai divenuta pienamente movimento politico, si scioglie definitivamente nel 1972.
BIBLIOGRAFIA:
Sull’Internazionale Situazionista si veda l’imprescindibile studio di Mirella Bandini, L’estetico il politico. Da COBRA all’Internazionale situazionista 1948/1957 (1977), Costa&Nolan, Milano 1999, nonché il recente volume di Gianfranco Marelli, L’amara vittoria del situazionismo. Storia critica dell’Internationale Situationniste 1957- 1972, Mimesis Edizioni 2017.
[Teresa Spignoli]
[scheda aggiornata al 29 settembre 2019]